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Due cieli
 

L’installazione si sviluppa su un asse rettilineo con orientamento est-ovest. La lunghezza del complesso sarà di circa 40 metri. Si tratta di una discesa in lieve pendenza che raggiunge la profondità di 2,70 metri. 

Lungo la discesa due file di arbusti ( siepi o alberi ravvicinati) fiancheggiano il percorso escludendo il paesaggio circostante.

Via via che si scende verso il punto più basso la vegetazione si dirada fino a lasciare libere le pareti erbose, in corrispondenza del grande specchio che si estende frontalmente. Esso si adagia alla parete di fondo formando un angolo di 45 gradi in modo tale da riflettere lo zenith ovvero la parte più alta del cielo che si trova a picco sull’osservatore, lasciando tuttavia libero lo sguardo di estendersi oltre il suo ciglio superiore, fino a cogliere il cielo all’orizzonte. 

L’installazione propone dunque una sorta di orizzonte artificiale, una linea  precisa, quasi teorica che solo  un gioco ottico può produrre: uno sfasamento nella visione, uno scarto, un taglio netto al di sotto del quale il cielo ricomincia ancora più profondo. 

Un'altra variante dell'installazione non prevede lo scavo ma si basa su una costruzione in legno fuori terra, che inquadra una porzione dell'orizzonte e del lungo specchio disposto orizontalmente lungo il campo visivo.

Destinata originariamente al lago di Levico, questa versione si basa su una costruzione in corten.
Un percorso in lieve discesa che isola progressivamente lo sguardo da ogni cosa, portandolo al cospetto diretto con la superficie specchiante.